Press - 1995

Il fantasma del video

Panorama (Giovedì, 7 dicembre 1995)
Stefano Furio 

ARCHEOLOGIA TV / Toma Belfagor
Trent'anni fa spaventò una generazione. E a rivederlo...

Due spari. Fra l'uno e l'altro scorre la Senna nel bianco e nero di una Rai antica. Violini spettrali e scoppi di trombe. Interni del Louvre, affollati da maschere e idoli assiri, che annunciano il primo piano dell'impassibile dio di pietra... È il momento del titolo, impresso con i cubitali caratteri bianchi di una paura d'altri tempi: Belfagor. Per migliaia di ragazzi degli anni Sessanta, oggi quarantenni, questa scritta evoca tuttora un indelebile mito televisivo. Da cui un'intera generazione di italiani fu inesorabilmente stregata nell'estate del '66, trascorsa a vedere come andava a finire questo sceneggiato francese in sei puntate, ambientato nel nostro secolo solo in apparenza, pervaso com'è dalle romanzesche suggestioni ereditate dai parigini misteri di Eugène Sue e dagli altri maestri del feuilleton ottocentesco.
Dopo la prima trasmissione e un paio di repliche pomeridiane o notturne, delitti e spaventi di Belfagor, il fantasma del Louvre sono svaniti dai magazzini della Rai probabilmente disinteressata a conservarne i diritti editoriali. E ora ritornano in tre videocassette messe in commercio (a 32 mila lire l'una) dalla Yamato, casa distributrice milanese che con questa riesumazione inaugura la collana «Memorie tv».
Rivisto alle soglie del Duemila, Il fantasma del Louvre conserva intatti i suoi assi nella manica: non c'è da stupirsi se, 22 anni dopo la sua prima messa in onda, molti dei ragazzi che allora si lasciavano sedurre dalla suspense dello scenegiato sono diventati appassionati lettori del Pendolo di Foucault di Umberto Eco, il cui primo capitolo, ambientato nelle sale deserte di un altro museo parigino, cita di peso l'incipit del Belfagor televisivo.
Sia il romanzo di Eco che il teleromanzo francese sono in qualche modo debitori di ispirazione ad Arthur Bernede, fra i più eccitanti maestri del tardo racconto d'appendice. Al punto che già nel '27 il suo Fantasma del Louvre veniva trasposto in un film muto, distribuito in quattro puntate, nelle sale cinematografiche francesi. In attesa di far circolare anche questa versione d'annata, quelli della Yamato si accingono a sfornare altre sulfuree «Memorie tv» made in France. A cominciare dai Compagni di Baal che, con analoghi ingredienti, bissarono a pochi anni di distanza i trionfi di Belfagor.