Press - 1989

Banzai! I “Manga”

Ken il guerriero, Kappa Mangazine, Akira, Devilman, Mazinga Z, fumetti “erotici” per eccellenza. Trame intricate e disegni affascinanti che spesso sconfinano nel margine. L’utente medio è tra i 15 ed i 30 anni. Ma “Topolino” resta il più venduto.

Nelle edicole di Pinerolo accade da un paio d'anni: accanto alle ben note e familiari copertine di Topolino, Diabolik, Tex o Dylan Dog, si affacciano fumetti nipponici popolati da tenebrosi e combattivi personaggi dall'aspetto spesso truce ed inquietante.
Sono gli eroi dei “manga”, i fumetti giapponesi. Più precisamente, con il termine “manga", in Giappone sogliono indicare tutto quanto è immagine ed illustrazione: non solo il fumetto, quindi, ma anche il cartone animato. Nella terra del Sol Levante, infatti, tra i due la connessione è stretta. Molti personaggi cartacei giungono sugli schermi ed altrettanti, dagli schermi, vengono trasportati in fumetti. Del resto, verso la fine degli anni settanta, l'Italia fu letteralmente invasa da “cartoons" giapponesi (Heidi ed Atlas Ufo robot prima, Mazinga, Capitan Harlock,
Candy Candy poi, sino ai recenti Cavalieri dello Zodiaco e Lady Oscar).
Ma torniamo ai fumetti. Quelli che compaiono con maggiore frequenza nelle edicole pinerolesi sono
Ken il Guerriero, Kappa Mangazine, Aikir, Devilman e Mazinga Z. Fumetti “eroici" per eccellenza, i cui protagonisti sono dotati di poteri od armi fantastiche, in perenne lotta con mostri sotterranei o vandali postnucleari decisi a conquistare la Terra ed a trasformarla in lugubre regno del Male. “Roba per bambini", all'apparenza, ma non è così. Innanzitutto, le trame sono molto intricate e complesse. Le vicende di un Ken e di un Akira non possono certo piacere ad un ragazzine che, nella lettura, non abbia voglia di impegnarsi più di tanto. Preferirà sempre la linearità di Topolino o di Braccio di Ferro: sarà attratto, tutt'al più, dai disegni, veramente afiascinanti, quasi sempre di altissimo livello, ricchi di scrupolosa cura nella ricerca dei particolari, vero tripudio di fantasia nella raffigurazione di creature fantastiche.
I “manga”, insomma, non vanno relegati nella fumettistica per l'infanzia. La tecnica stessa d'impaginazione, infine, è diversissima da quella che caratterizza i fumetti nostrani. Un esempio: le tavole sconfinano tranquillamente nello spazio bianco che in Occidente è utilizzato come semplice margine.
Certo, la carica di violenza che compare in molti di questi “manga” è indubbiamente maggiore di quella insita in un Dylan Dog o in un Nathan Never, ma non dobbiamo dimenticare che il Giappone è il paese dei Samurai e che, per secoli, l'attività principale del suo popolo è stata la guerra.
Ma a Pinerolo i fumetti del Sol Levante fanno davvero concorrenza a quelli italiani o americani? No. L'edicola Chiavazza (corso Torino, fronte bar Master) vende tra le 4 e le 6 copie mensili di “Kappa Mangazine” e “Mazinga Z”, contro le 40-50 copie di “Topolino” smerciate settimanalmente. Medesimo discorso per Ardusso, edicolante in piazza S. Croce: 3-4 Ken, 3-4 Akira, sempre nell'arco del mese. Una vendita comunque stabile, destinata ad aumentare, ancora penalizzata da una scarsa distribuzione: non più di 5-6 copie per serie. Gli acquirenti coprono una fascia d'età tra i 15 ed i 30 anni, a conferma che il fumetto giapponese di alta qualità non viene letto dai giovanissimi.                  

Yamato: una rivista sul cinema di animazione giapponese