Info - dicembre 2011

Letture natalizie

Ci sono alcuni libri che dovrebbero interessarvi. Siccome non si arriva quasi mai a Natale a mani vuote, se appartenete alla folta schiera di coloro che amano sentirsi raccontare anime e manga da un qualsiasi punto di vista che non sia il vostro, e nel frattempo concedervi un piccolo regalo, questo è l’angolo giusto per voi.

Cominciamo dalla rivista Manga Academica, giunta al suo quarto numero  (Società Editrice La Torre, pp. 126, euro 10,50) e come sempre interessante antologia di saggi, recensioni ed estratti da tesi di laurea che hanno come oggetto la comune passione per fumetto e animazione. Questo numero in particolare si segnala per alcuni interventi che regalano parecchie soddisfazioni intellettuali e suggestive analisi. Si comincia con il saggio del nipponista Cristiano Martorella dal titolo “Perverso e controverso: il sesso nella cultura giapponese”, un’utile intrusione nel peccaminoso mondo di etchi e hentai, letteratura e illustrazioni a tema (con partenza dalle origini e quindi da uno dei massimi artisti orientali, Katsushika Hokusai). Perché il sesso nella cultura e nella società odierna bene o male è lo stesso, ma l’attrattiva che si ha verso di esso e tutte le implicazioni che esso genera va oltre il comune senso del pudore e allarga impensabilmente i confini della nostra conoscenza. Con il saggio  “Neon Genesis Evangelion: dal Tempo di Dolore al Tempo Benedetto” di Fabio Bartoli entriamo di diritto nel territorio cultuale di una serie animata che ha fatto/cambiato la storia degli anime. La lettura che propone l’autore tuttavia è qualcosa di elettrizzante, mica il solito appiglio da fan in esubero critico. Anzi, Bartoli probabilmente ha scritto uno dei pezzi migliori e più originali di sempre sulla serie ideata da Hideaki Anno.  Ma sui suoi contenuti nulla anticipiamo, altrimenti vi rovineremmo la sorpresa. Chiude la carrellata l’ottimo “Moto Hagio, tra fantascienza e shojo manga” di Sara Romiti, prelevato da tesi di laurea che andava ad approfondire il piacere disinvolto con il quale una fra le maggiori autrici di fumetto per ragazze si è rivolta alla fantascienza, con risultati che non solo gli appassionati del genere dovrebbero conoscere. Lo spazio per le recensioni ospita altri libri che, per estensione, potrebbero diventare appuntamento di future letture, e quindi: Culture del Giappone contemporaneo a cura di Matteo Casari (Tunué), Dubbing Cartoonia (Loffredo Editore) a cura di Gianluigi De Rosa e Filosofia nei manga (Mimesis) di Marcello Ghilardi.

Per lo stesso editore è uscito un volume che ci/vi riguarda tutti: Universo Manga. Indagine sui lettori di fumetto giapponese in Italia (Editrice La Torre, pp. 184, euro 14,50) scritto da Francesco Calderone. Un libro che parte dal medesimo terreno che qualche anno fa Francesco Filippi e Maria Grazia Di Tullio avevano calcato nel saggio Vite animate. I manga e gli anime come esperienza di vita (King Saggi). Siccome è molto facile architettare congetture e analisi spericolate sulla suddetta comune passione, ecco un libro che sbircia dentro il mondo degli appassionati senza troppe forzature, presentandosi al lettore con la giusta discrezione e sana curiosità per la materia. L’indagine svolta dall’autore è ovviamente disciplinata, in concatenazione immediata tra fumetti, anime, Internet e consumi derivati, e si incarica di proporre addirittura classificazioni che sorvolano il ghetto di anime e manga (perché tale è ancora in Italia) per catapultarsi oltre, nel pensiero e nel giudizio di chi quel ghetto lo osserva da lontano. Più avvincente ancora, in questo saggio, è la ricca selezione di commenti, giudizi, pareri e confessioni di quanti si sono avvicinati ai fumetti e al cinema animato nipponico. Avvincente perché potreste non soltanto riconoscervi nei ritratti proposti, ma anche condividere o detestare alcune posizioni. Sussurrando un immancabile “io c’ero” in questa storia a latere che appartiene a tutti da almeno due generazioni e che Facebook e Twitter, nel bene e nel male, hanno reso esperienza collettiva più solida che mai.

È un libro piccolo, che puoi tenere in tasca, o comunque sempre a disposizione, quello che Giorgio Mazzola ha appena pubblicato per i tipi de Il Foglio Letterario. È un libro piccolo, ma piuttosto coraggioso. In copertina ci sta Kenshiro, e poco sopra il titolo su rigoroso campo rosso chiarisce la sua posizione: Il filo rosso della violenza. Ken il guerriero e i suoi antenati di Hong Kong (pp. 163, euro 14,00). Coraggioso perché a Mazzola non basta cavalcare un mito fumettistico e animato con una sterile monografia dedicata. A qualche lettore nostalgico pure sarebbe andata di lusso, chi lo nega, eppure varcare il tempo passato e incamminarsi nell’altro mondo di cinema e arti marziali è sicuramente una prospettiva originale, da avvicinare con entusiasmo. Coraggioso, perché intrattiene legami con una particolare cinematografia di Hong Kong, poco nota a chi non è intenditore ma sulla breccia da oltre quarant’anni. Difficile stabilire in questa sede quanti anime fan sappiano di wuxiapian e di un autore come Chang Cheh, regista avvicinato in questo libro. Viene da dire: c’è sempre una prima volta. In mezzo a tali certezze però, Il filo rosso della violenza si infila con l’umiltà dello studioso-barra-appassionato devoto per interagire filologicamente con due ambienti cinetici somiglianti e appaganti. Dove la “violenza” è il delitto più conosciuto e ovvio dell’uomo Kenshiro, ma un libro come questo sente l’obbligo di assolvere facendo chiarezza e proponendo letture meno pregiudiziali rispetto alla paura che Hokuto no Ken suscita o ha suscitato all’epoca della sua prima messa in onda. Dunque un libro piccolo nel formato, ma grande e intraprendente. Un libro arricchito da prefazione del professor Dario Tomasi (l’inchino è d’obbligo) e postfazione dell’esperto Davide Tarò. C’è molto da imparare, e non solo sulle origini rosso sangue dell’Uomo dalle sette stelle.

Mario Rumor