Editoriale - aprile 2014
Correva l’anno… 1975
Tra le più dimenticate a cartoni, ma tra le più amate dal vivo. Nel 1975 la rete giapponese Tokyo Broadcasting System mandava in onda la serie animata “Sogen no shojo Rora”: anime della Nippon Animation che ricorderete con il titolo italiano di “Laura” (trasmessa da noi nei primissimi anni Ottanta). Versione a cartoni del celebre “La casa nella prateria”, il telefilm della NBC che spopolò in America e nel resto del mondo per ben nove stagioni dal ’74 al 1983.
In Giappone i romanzi per l’infanzia tratti da autori occidentali non hanno bisogno di presentazioni; hanno un seguito di lettori straordinario, vantano innumerevoli traduzioni ed edizioni, sono seguite dai periodici specializzati con cura maniacale e pure il merchandising ci dà dentro di brutto (la DeAgostini giapponese ha perfino commercializzato quello che qui chiameremmo ‘collezionabile da edicola’ per costruire la “Casa dal Tetto Verde” di Anna dai capelli rossi). Mihoko Onchi (Tokyo, 1917) fu, per esempio, uno dei primi a dedicarsi alle traduzioni di quei romanzi, arricchendo il suo portfolio con i libri della signora Laura Ingalls Wilder, autrice della “Casa nella prateria”, e soprattutto con i gialli di Agatha Christie. Se in Italia il primo romanzo della serie (storie non autobiografiche, attenzione, ma liberamente ispirate alla vita della scrittrice nella prateria), fu pubblicato anni fa da Mondadori e poi sparito dalla circolazione, in Giappone esistono diverse edizioni. La più illustre, edita da Fukuikan Shoten, propone tutti e nove i libri, a partire da “Okina mori no chiisanaka” (Little House in the Big Woods, dove Laura e famiglia cercano di cavarsela nei grandi boschi del Wisconsin), con le bellissime illustrazioni del 1953 di Gareth Williams, le stesse dell’edizione americana HarperCollins. C’è anche una versione con le copertine in stile manga, disegnate da Yu Shiina. Ma noi consigliamo a chi sa leggere il giapponese la prima e più pregiata edizione.
La serie televisiva interpretata da Michael Landon e Melissa Gilbert andò in onda in Giappone su NHK nel 1975, ma quelli di Nippon erano già pronti con i 26 episodi della versione animata. Di bello l’anime aveva il design del maestro Yasuji Mori, veterano Toei scomparso nel 1992 e mentore di Miyazaki. Design che proponeva la piccola protagonista con due codini arzilli, sulla scorta dei bozzetti disegnati nel lontano 1967 per il personaggio di Heidi, nella versione televisiva TCJ mai andata in porto (ci penserà Zuiyo nel ’74 con Takahata). L’anime è piuttosto fedele al romanzo. Tra i momenti anche drammatici preferiti, l’episodio in cui il caminetto della casa prende fuoco e le bambine restano ipnotizzate dallo spavento. Ancora oggi “Sogen no shojo Rora” è un piccolo cimelio della televisione che fu, in grado di catalizzare la sua presenza agli appassionati e ai nostalgici grazie a strategiche tazze da tè, pupazzetti, bambole e vecchi 45 giri. Giusto per non far sentir sola la memoria della signora Wilder, la rivista per l’infanzia “MOE” nell’aprile del 1991 dedicò alla serie TV una bella copertina con parecchi servizi incentrati sui romanzi. Materia di inestimabile valore culturale su cui torna spesso quando tratta la letteratura americana e inglese.
C’è bisogno di dire che qui, ovviamente, serie dal vivo a parte, non se ne parla proprio mai?
(Mario A. Rumor)